12 dicembre 2012. Incontro di lettura: Questa Europa è in crisi

Mercoledì 12 dicembre, ore 16.00, nei locali del Centro di Documentazione europea (Via Umberto 285 B) si terrà la presentazione del volume di J. Habermas Questa Europa è in crisi (Laterza, 2012).
A curare la presentazione sarà il dott. Alessio Lo Giudice, ricercatore di Filosofia del Diritto del dipartimento Seminario Giuridico. Farà da discussant la prof.ssa Nicoletta Parisi, docente di Diritto dell’Unione europea del Dipartimento.
L’iniziativa costituisce il terzo incontro del ciclo di letture su temi di carattere generale che interessano il processo di integrazione europea destinati ai ricercatori e ai dottorandi dell'Ateneo che lavorano su argomenti di ricerca che interessano l’Europa.

L'Autore

Jürgen Habermas è un filosofo, storico e sociologo tedesco nella tradizione della "Teoria critica" della Scuola di Francoforte. Dal 1971, Habermas ha diretto l’Istituto Max Planck per la Ricerca sulle Condizioni di Vita nel Mondo tecnico scientifico di Starnberg. Dal 1982, ha di nuovo insegnato alla Johann Wolfgang Goethe Universität di Francoforte sul Meno. Ha intrattenuto un proficuo dibattito coi principali filosofi del suo tempo (J. Derrida, R. Rorty, G. Vattimo), sostenendo la tesi – che costituisce il cuore del suo pensiero – secondo cui l’Illuminismo, lungi dall’aver fallito, è un progetto incompiuto. Le quattro grandi tesi sulle quali è costruito il pensiero di Habermas sono le seguenti: 1) dottrina della razionalità; 2) dottrina dell’agire comunicativo; 3) dottrina della razionalizzazione sociale; 4) dottrina della società come sintesi di sistemi e mondo della vita.

Il Volume

Di fronte alla crescita sregolata della complessità globale che restringe sempre più l'autonomia dello Stato nazione, la funzione normativa della democrazia richiede che l'azione della politica si espanda al di là dei confini nazionali. I timori prodotti dalla situazione economica rendono i problemi dell'Europa più fortemente presenti nella coscienza delle popolazioni e conferiscono loro una importanza esistenziale più grande che mai. Ma i politici sono diventati da tempo una élite di funzionari: non sono preparati a una situazione senza paletti di confine, che richiede una diversa modalità di fare politica, una modalità capace di modellare le mentalità.

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