Il referendum catalano è una questione interna europea

Il Consiglio italiano del Movimento europeo ha puublicato una dichiarazione sull'esito del referendum per l'indipendeza della Catalogna.


Quel che è avvenuto in Catalogna il 1° ottobre e nei giorni precedenti è una sconfitta del dialogo e della democrazia in Spagna ma anche di tutta l’Unione europea le cui istituzioni sono state a guardare limitandosi a dire: “è una questione interna spagnola” e sono state scandalosamente assenti dalla manifestazione organizzata dopo l’attentato di Barcellona del 17 agosto 2017. Si sarebbe dovuto affermare con molta forza che il diritto internazionale riconosce il principio di autonomia dei popoli, non inteso come diritto alla secessione, ma come diritto a potersi realizzare politicamente e a partecipare su un piano di eguaglianza alla vita democratica delle istituzioni del proprio paese. D’altra parte il processo di integrazione europea è nato e si è sviluppato per sconfiggere ogni forma di nazionalismo a tutti i livelli e il federalismo europeo si è posto come obiettivo di unire e non di dividere. Si sarebbe dovuto gridare alla violazione dello Stato di diritto (spagnolo) non solo di fronte alla convocazione di un referendum non previsto dalla Costituzione spagnola ma rispetto alla violazione dello Stato di diritto (europeo) da parte delle autorità centrali spagnole (governo, Tribunale Costituzionale, Magistratura, Polizia e Guardia Civile) in particolare per quanto riguarda i diritti alla libertà (art. 6), alla protezione dei dati a carattere personale (art. 8), alla libertà di pensiero (art. 10), alla libertà di espressione e informazione (art. 11), alla libertà di associazione e riunione (art. 12), all’uguaglianza e alla non-discriminazione (art. 20 e 21), alla diversità culturale (art. 22), al diritto ad una buona amministrazione (art. 41) e al diritto a tribunali imparziali, parti integranti della Carta dei diritti dell’Unione europea.

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